Zoran Grinberg nasce a Parigi nel1968 ed ha il suo primo approccio alla scultura durante brevi soggiorni estivi nella bottega di Mijo Mijuskovic a Niksic, in Montenegro, paese natale del padre. Sotto l'occhio vigile di Mijo inizia intagliando piccole sculture di legno di olivo e noce.
A 20 anni sente la necessità di fare un salto culturale nelle sue modalità espressive. Questo è l'inizio di un lungo periodo di formazione durante il quale alterna attività direttamente correlate alla scultura su varie materie come legno, pietra, marmo (per un periodo è assistente dello scultore argentino Jack Vanarsky), con altre relative al set teatrale e alle scenografie, all'arte monumentale, al restauro (facciata del Louvre). Nello stesso tempo studia disegno e approfondisce varie tecniche di pittura, non trascurando di perseguire una sua personale linea creativa.
Nel 1998 riceve una borsa di studio per formarsi alla scuola del marmo di Carrara.
Dal maggio 2000 si stabilisce definitivamente a Carrara. Inizia qui un lungo percorso di lavoro, dapprima su commissione per conto terzi, successivamente in collaborazione con altri centri di scultura privati e regionali che lo mettono sempre più in vista anche come formatore di giovani apprendisti dell'arte scultorea, dal 2007 infatti organizza corsi di scultura. Le principali collaborazioni avvengono con lo studio Stagetti di Pietrasanta e con il laboratorio Nicoli di Carrara.
Dal 2003 frequenta regolarmente simposi di scultura monumentale e mostre collettive. Numerose gallerie presentano inizialmente Zoran in Francia e in Italia; ma ormai il suo pubblico è diffuso in tutta Europa. È inoltre tra gli ideatori dell’originale iniziativa “Studi aperti” che si è svolta tra maggio e giugno 2014 e che ha permesso alla comunità di artisti locali di creare un circuito virtuoso e riconoscersi in questo.
Grinberg continua con alacrità, forza e l'energia che gli sono propri, un lavoro personale di ricerca stilistica e di affinamento della propria poetica creativa. Le sue sculture sono ormai riconoscibili ed apprezzate avendo dato a materiali tradizionali la possibilità di inventare nuovi spazi tridimensionali di racconto, di emozioni, di ricerca e di poesia. Marmo, legno, gesso, creta e pietra si modellano sotto le sue mani che febbrilmente li lavorano per arte e per amore. Se la figura è spesso proposta da Grinberg, lo è al pari la sua collocazione in uno spazio, di cui l’artista non precisa le misure, rendendo l’atmosfera immaginaria atta ad esplorare i sentimenti più intimi e i diversi aspetti dell’espressione umana.